Petronilla Paolini Massimi - Le Opere
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI
La Vita e le Opere
La pubblicazione della collana PETRONILLA PAOLINI MASSIMI La Vita e le Opere, in 4 volumi, avviata a dicembre 2004 e conclusa a dicembre 2006, segna una tappa importante nel percorso di riscoperta della poetessa arcade, che, come disse il suo primo biografo Pietro Corsignani, è “nata per gloria de’ Marsi”.
Da gran tempo si attendeva, infatti, una biografia di Petronilla Paolini Massimi, aggiornata con documenti reperibili in archivi privati (di cui aveva già dato notizia Benedetto Croce nelle note al saggio monografico del 1948) e la raccolta di tutti i testi sparsi, o meglio dispersi, in varie raccolte antologiche del Sette e Ottocento.
Nell’avvio del suo saggio così scriveva Benedetto Croce: “Il Filicaia l’aveva denominata la poetessa romana, e così si ripeteva generalmente; ma era veramente abruzzese, anzi mia compaesana, della Marsica, della famiglia Paolini di Magliano, feudataria di Ortona e di Carrito, ed era nata nel 1663 a Tagliacozzo, capoluogo di un feudo dei Colonna, alla cui corte apparteneva suo padre”.
Come ricorda Vittoriano Esposito nel saggio dedicato al caso umano e letterario di Petronilla “Lo studio crociano si chiude con un accenno alla biografia del Corsignani e alle carte inedite, custodite dal figlio marchese Emilio Massimi, che lo storico marsicano (…) sperava di poter vedere un giorno pubblicate. Di qui il rammarico del Croce, espresso in una fitta nota a piè di pagina (…) che riportiamo solo nell’incipit, che dice “Un’ulteriore indagine sulla nostra scrittrice sarebbe da condurre (e volevo farla io, ma me n’è mancato l’agio) con lo studio delle sue carte letterarie, che erano nell’archivio dei Massimi, …….”.
Per fortuna, quelle carte non sono andate perdute e sono state studiate, e in parte trascritte, nell’ambito del progetto editoriale realizzato grazie alla ricerca bio-bibliografica e d’archivio condotta dall’équipe di studio costituita dall’Associazione Culturale Marsiaverde.
È dall’estate del 2002, infatti, che l’Associazione, ha iniziato a lavorare a un interessante progetto dedicato alla poetessa marsicana, che prevedeva varie iniziative: pubblicazione dell’opera omnia, mostra biografica e documentaria, seminari di studi, piéce teatrale, manifestazione-premio annuale e percorso culturale in collaborazione con le scuole.
L’opera omnia Petronilla Paolini Massimi – La Vita e le Opere, in 4 volumi, curata da Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi, Rosa Tignanelli, e pubblicata in collaborazione con il Centro Studi Marsicani “Ugo Maria Palanza”, è edita dalle Grafiche Di Censo di Avezzano. Hanno collaborato al piano dell’opera Michela Volante, con alcuni saggi e le introduzioni alle rime edite, e Vittoriano Esposito, noto critico e storico letterario, presidente del Centro Studi Marsicani, che ha curato le presentazioni a tutti i volumi e un interessante bilancio critico.
1- La Vita. (di Mauro Martelli e Luca Ricciardi, con un bilancio critico di Vittoriano Esposito). Avezzano 2004, pp.197.
2- Le Rime. Raccolta degli editi. (con un saggio di Michela Volante). Avezzano 2004, pp. 257.
3- Le Prose. Opere letterarie e scritti privati (con un saggio di Michela Volante). Avezzano 2005, pp.249.
4- Le Rime. Raccolta degli inediti. (con la collaborazione di Michela Volante). Avezzano 2006, pp.239.
I volumi sono stati pubblicati grazie anche ai contributi concessi dal 2004 al 2006 dalla Regione Abruzzo, Assessorato alla Cultura, Servizio Politiche Culturali Editoriali e dello Spettacolo, L.R.56/93 tit.IV.
La pubblicazione è stata patrocinata dal Comune di Magliano dei Marsi, dalla Comunità Montana Marsica 1, che hanno acquistato dei volumi, e dal Comune di Tagliacozzo, che ha dato un contributo specifico per la mostra storico-documentaria dedicata alla poetessa, progettata da Martelli e Ricciardi e presentata nel mese di agosto ‘05, in occasione della prima visione della pièce teatrale “Notturno d’Arcadia”, che Lorenzo Tozzi, direttore artistico del Festival di Mezza Estate, ha scritto ispirandosi anche alla biografia di Martelli e Ricciardi e ha presentato nel chiostro di S.Francesco il 16 agosto ‘05.
Documentazione dai quattro volumi pubblicati
Petronila Paolini Massimi – La vita e le opere
Da un’idea di Antonella Gamberoni e Rosa Tignanelli
Progetto di ricerca: Mauro Martelli e Luca Ricciardi
Ricerca bibliografica e d’archivio: Antonella Gamberoni, Mauro Martelli e Luca Ricciardi
Coordinamento: Rosa Tignanelli
Dal volume primo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al I volume, La vita:
“Si attendeva da gran tempo una biografia di Petronilla Paolini Massimi, aggiornata – per così dire – con documenti reperibili in archivi privati, di cui dette notizia Benedetto Croce nelle note al suo saggio del 1948.
Martelli e Ricciardi sono riusciti a far nuova luce sulla immagine della poetessa, sia come donna sia come intellettuale e scrittrice, rimuovendo molte ombre che persistevano su momenti e vicende della sua vita. Fra tutte, quelle relative alla nascita, al rapporto tra i Paolini di Magliano e gli Argoli di Tagliacozzo, all’assassinio del padre, al matrimonio “combinato” nelle alte sfere del Vaticano, al “carcere” di Castel Sant’Angelo, agli abusi e soprusi del vecchio marito, al distacco doloroso dai figli, alla cristiana accettazione del destino mista ad una ribelle consapevolezza di farsi valere in vita e in morte.”
Dal saggio “ Il “caso” umano e letterario di Petronilla Paolini Massimi. Bilancio critico”, di Vittoriano Esposito, contenuto nel primo volume, La vita :
“Crediamo che non sia esagerato, a proposito di Petronilla Paolini Massimi, parlare di un “caso” umano e letterario che, dopo oltre tre secoli, attende ancora la sua giusta definizione. Negli ultimi cinquant’anni, per la verità , se n’è parlato abbastanza , addirittura con interventi di critici autorevoli, ma per troppo tempo sul suo nome c’era stato solo silenzio”.
Dal volume secondo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al II volume, Le Rime. Raccolta degli editi:
In questo volume si ripubblicano, alcune per la prima volta, tutte le "rime" già edite della Paolini Massimi, rimaste sparse - per non dire disperse - in antologie e miscellanee del Sette e Ottocento.
Dopo tre secoli di segnalazioni fuggevoli e di parziali valutazioni, qui si offre l’opportunità di conoscere a fondo la figura di Petronilla Paolini Massimi e, finalmente, si dà la possibilità di riparare ad una imperdonabile ingiustizia, riconoscendole il posto di rilievo che le spetta nella storia letteraria.
La raccolta è corredata da un saggio critico di Michela Volante e da un ricco apparato di note introduttive ai singoli testi, molto ampie, acute, puntuali per la individuazione delle ragioni occasionali non meno che per l'intelligenza del commento curato dalla Volante e dalla Gamberoni.
Il lettore ne potrà ricavare spunti interessanti per approfondire le ragioni polemiche che hanno sostenuto la poetessa nel difficile passaggio dall'esperienza barocca all'esperienza arcadica, fino alla formulazione di una poetica tutta personale, dal forte impegno etico-civile-religioso, che di arcadico finì per avere ben poco o nulla.
Dal volume secondo:
Dal saggio introduttivo “Un’arcade irregolare nel tessuto delle accademie” di Michela Volante, scrittrice, contenuto nel II volume, Le rime. Raccolta degli editi:
Mai come ora quando, per la prima volta, si possono leggere riunite in unico volume tutte le rime edite di Petronilla Paolini Massimi, risulta lampante l’appartenere della poetessa e del suo fare poesia a un tessuto accademico, non solo arcadico, che si pone come la sola dimensione poetica possibile negli anni fra Sei e Settecento. Diventa dunque indifferibile e necessario ripensare il ruolo della Paolini in quel contesto, valutando l’intera sua opera – ed ella è stata uno scrittore molto prolifico – senza farsi più confondere da prospettive troppo particolari.
Dal volume terzo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al III volume, Le Prose. Opere letterarie e scritti privati:
Con la pubblicazione di questo terzo volume si scopre una Paolini Massimi prosatrice, un aspetto della sua poliedrica e forte personalità rimasto quasi del tutto in ombra fino ad oggi; relazioni, discorsi accademici, memorie autobiografiche, lettere ai familiari e a personaggi illustri del tempo, nel loro insieme costituiscono un materiale prezioso, di per sé più che sufficiente per disegnare il profilo di una donna duramente provata dalla malasorte e tuttavia sempre aperta a delle problematiche di ampio respiro, che vanno ben oltre il “caso” personale.
I curatori delle varie sezioni, sotto la saggia guida di Rosa Tignanelli, hanno premesso agli scritti le informazioni necessarie sulle circostanze che li hanno motivati, illustrandone debitamente le peculiarità di ordine contenutistico e formale.
Si può apprendere, così, grazie alla introduzione e al commento di Antonella Gamberoni, l’importanza delle due versioni del “racconto” della morte dei fratelli Missori, sotto il pontificato di Innocenzo XI, e la profonda esigenza della Paolini “di esternare i propri sentimenti, quasi in cerca di una possibile condivisone”, finendo con l’assumere – qua e là – dei “toni lirici velati di malinconia”.
Michela Volante, giovanissima eppur grande esperta di questioni paoliniane, introduce e commenta i “discorsi accademici”: quattro in tutto, quelli finora recuperati, giustamente definiti delle “prose dotte”, a cui l’autrice ricorse “a mo’ di palestra, per esercitarsi su alcuni degli argomenti che le stavano più a cuore, quasi le chiavi di volta del suo non banale pensiero che poi avrebbe trasformato in poesia”. Sarà bene ricordare questi argomenti, basilari e innovativi: “la riflessione sul valore e la fierezza delle donne, il coraggio da opporre alla sorte avversa, la parità fra i sessi”.
Davvero interessante, poi, il recupero delle “memorie” autobiografiche, in cui la scrittrice riassume le “disgraziate vicende” della sua esistenza, già ricostruite con rigore da Mauro Martelli e Luca Ricciardi nel primo volume della collana. Da ogni pagina, da ogni brano, quasi da ogni parola balza evidente l’assurdità di un “caso” umano che ha dell’incredibile, quasi un’anticipazione delle violenze e dei sequestri oggi quasi di moda, ma con l’aggravante del coinvolgimento delle più alte istituzioni della Chiesa di Roma.
Che dire, infine, della cospicua messe di “lettere” con cui si chiude il volume?
Quelle ai familiari (37 in tutto), scritte nel “carcere religioso” del convento romano dello Spirito Santo (dove la poetessa si era volontariamente rinchiusa dopo la separazione dal marito), sono traboccanti di amarezza, ma anche di amore materno: nel complesso, contengono numerosi “spunti e considerazioni che, per la loro natura privata e intima, dicono molto, e senza i condizionamenti propri del discorso pubblico, sulla sua vita e sulla sua visone del mondo, così come andò maturando negli anni difficili della permanenza forzata in monastero”.
Dal volume quarto:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al IV volume, Le Rime. Raccolta degli inediti
Con l’uscita del quarto volume delle Rime inedite, desunte da documenti mai prima consultati, si porta finalmente a termine la pubblicazione dell’opera omnia di Petronilla Paolini Massimi, riparando quella che sempre ci è parsa una ingiustizia delle più clamorose, di cui purtroppo la storia letteraria d’Italia, più o meno inconsapevole, è ancora custode. Oggi, più che mai, noi abbiamo ragione di credere che sia doveroso sollevare il “caso” di Petronilla Paolini Massimi, non solo e non tanto per gli aspetti tristemente umani che lo caratterizzano, ma anche e soprattutto per la complessità della sua esperienza letteraria, conosciuta solo in minima parte nel suo tempo. Definita dal Filicaia “la poetessa di Roma”, restituita alla Marsica giustamente dal Croce in un saggio del ’48, Petronilla Paolini Massimi doveva attendere ben tre secoli per avere la giusta collocazione nella storia letteraria: dotata di uno spirito indipendente, per non dire ribelle, riuscì ad affrancarsi dal modello barocco per assumere, infatti, addirittura una posizione di “arcade irregolare”. Basterebbe questa acquisizione critica, per parlare di un “caso” singolare, degno della più viva considerazione. Se poi si aggiungono le novità di “suffragetta ante litteram” (ben nota la sua strenua difesa della parità sessuale in materia di invenzione creativa), così come la sincera devozione nell’impegno etico-religioso, la dedizione al connubio tra poesia e musica nelle forme dell’oratorio, la pratica assidua della prosa nelle memorie autobiografiche e nella epistolografia, si può avere il ritratto di una donna e di una scrittrice che anticipa di molti decenni l’esperienza femminile del nostro tempo. Ovviamente, ci riferiamo non solo alle tematiche letterarie, ma anche alle problematiche esistenziali che il “caso” ci propone: le une e le altre, ci sembra, documentate con una passione e una competenza straordinarie, suffragate con un rigore degno di pubblico encomio. Gli amici dell’Associazione Culturale “Marsiaverde” possono, e devono, essere fieri dei risultati ottenuti. A noi, marsicani, pur essendo ben “stagionati” negli studi e nelle ricerche, non resta che complimentarci vivamente con loro ed esprimere la nostra più commossa gratitudine.