Progetto Petronilla

Premessa

Il progetto si è sviluppato a partire dall'idea di realizzare un repertorio bibliografico di personaggi illustri nati a Tagliacozzo e nella Marsica, allo scopo di promuovere occasioni culturali ed eventi, utilizzando anche i linguaggi nuovi della comunicazione, per favorire la conoscenza delle espressioni culturali locali, sia del passato che contemporanee. Si è pensato alla biografia come strumento valido per accostare in particolare i giovani a periodi storici passati e far loro scoprire aspetti spesso sconosciuti della storia locale.

La ricerca, iniziata nel mese di settembre 2002, a seguito di un colloquio con il poeta contemporaneo Memmo Pinori, di Tagliacozzo, si è concentrata subito sul personaggio di Petronilla Paolini Massimi: negli anni ’60 e ’70, infatti, la poetessa era stata oggetto di rinnovato interesse oltre che del Pinori stesso e di Virginio Emanuele Laurini, di Magliano, dello studioso Vittoriano Esposito, di Avezzano, che aveva pubblicato nel 1971 un saggio letterario con una ricca scelta antologica di testi in un volume dedicato ai poeti marsicani dalle origini al ‘900.

Si è costituto un gruppo di ricerca composto dalla sottoscritta, Rosa Tignanelli, dalla prof.ssa Antonella Gamberoni, bibliotecaria presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dal dottor Luca Ricciardi, storico-documentarista e dal dottor Mauro Martelli, storico-archivista. Il gruppo di ricerca, alla luce delle prime risultanze bibliografiche, ha ideato un percorso culturale sulla poetessa Petronilla Paolini Massimi, ritenendolo il personaggio di maggiore spicco, anche alla luce di altri studi che si sono sviluppati nell'ultimo decennio. Nella primavera-estate 2003 la ricerca delle fonti, iniziata nell'Archivio di Stato, ci ha condotto all'archivio di un privato, che ha messo a nostra disposizione carte inedite (circa un migliaio). Il gruppo si è concentrato per tutto il 2003 e il 2004 sull' inventariazione e riproduzione in digitale delle carte inedite, per poi stamparle e selezionarle, trascrivendo quelle più interessanti.

Il progetto è stato presentato al Comune di Tagliacozzo; alla Giunta Provinciale de l'Aquila e al Servizio Politiche Culturali Editoriali e dello Spettacolo della Regione Abruzzo, per ottenere contributi specifici per il 2004 e per il 2005. Al fine di stabilire eventuali partenariati o collaborazioni, nel corso del 2003, è stato presentato anche al Preside della Facoltà di Lettere di Roma Tor Vergata, prof. Franco Salvatori, al dirigente dell'Istituto Onnicomprensivo Statale di Tagliacozzo, al direttore dell'Archivio Centrale dello Stato dottor Maurizio Fallace. Il gruppo di ricerca ha preso contatti anche con l'Accademia dell'Arcadia; il progetto è stato illustrato al professor Emerico Giachery, già ordinario a L'Aquila e a Tor Vergata, alla prof.ssa Maria Teresa Acquaro Graziosi, custode attuale dell'Arcadia: con loro sono allo studio ipotesi di collaborazione. Nel corso del 2004 il progetto è stato presentato all’Agenzia Regionale di Promozione Culturale di Avezzano e al professor Vittoriano Esposito presidente del Centro Studi Marsicani e noto studioso, con il quale abbiamo stipulato un protocollo di intesa, per promuovere la divulgazione e la pubblicazione delle opere della poetessa.

Ad ottobre 2004 è stato concesso un contributo dalla Regione Abruzzo, che ci ha consentito di avviare la pubblicazione dell’opera omnia, secondo il piano editoriale programmato, d’intesa con il prof. Vittoriano Esposito, in 4 volumi: il primo dedicato alla biografia della poetessa, gli altri alla raccolta delle rime e delle prose edite e inedite, con saggi critici curati da noti studiosi. Nel 2005 il Comune di Tagliacozzo ha patrocinato tutta l’iniziativa e ha co-finanziato in particolare la realizzazione della mostra dedicata alla poetessa, “Nata per gloria de’ Marsi” che è stata presentata nel Palazzo Comunale il 16 agosto. Sulla base del materiale biografico da noi reperito il maestro L.Tozzi ha scritto e rappresentato il monodramma “Notturno d’Arcadia”, prodotto dal festival di Mezza Estate.

Risultati della ricerca bibliografica e d’archivio
La ricerca, da settembre 2002 a giugno 2005, è stata condotta presso varie biblioteche: la Nazionale di Roma, l’ Angelica, la Vaticana, la Corsiniana e l'Archivio di Stato di Roma. In sede locale sono stati consultati la biblioteca di Tagliacozzo e l'Archivio della chiesa dei SS. Cosma e Damiano. Richieste specifiche sono state inoltrate alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, alla Nazionale Centrale di Firenze e a quella Nazionale Austriaca a Vienna. Le carte rese disponibili da un privato sono state consultate a Roma presso il medesimo. I risultati del lavoro di ricerca fino ad ora svolto e, in parte, confluiti nei primi due volumi pubblicati, sono i seguenti:


Sarebbe utile approfondire il ruolo dei personaggi con cui la poetessa corrispondeva e stabilire contatti anche con le istituzioni culturali interessate al carteggio. Ovviamente la decodificazione e trascrizione di tutti i manoscritti e carteggi è la parte più laboriosa; richiede tempi lunghi e il prosieguo della ricerca e dello studio dei documenti.

Il percorso progettuale e culturale pluriennale
Il percorso pluriennale programmato, di cui indichiamo in parentesi le date sia per quanto già realizzato che per quanto si ipotizza di realizzare, è il seguente:



La vita

1663-1667
L’infanzia marsicana
Petronilla nasce a Tagliacozzo il 24 dicembre del 1663, da Francesco Paolini di Magliano, barone dei feudi di Ortona e Carrito, e Silvia Argoli, appartenente ad una delle famiglie più illustri di Tagliacozzo. Vive probabilmente a Magliano de’ Marsi, presso la casa paterna, fino a quando, nel 1667, si trasferisce con la famiglia nel feudo di Ortona. Ma la permanenza in quel luogo non dura molto. Il padre, uomo di fiducia di don Lorenzo Onofrio Colonna, potentissimo nobile romano e duca di Tagliacozzo, il 13 febbraio del 1667 viene misteriosamente assassinato. Nessuno verrà mai condannato per l’omicidio ma il sospetto più fondato ricade proprio su don Lorenzo.

1667-1673
Nel monastero romano dello Spirito Santo
Silvia Argoli e la figlia Petronilla ereditano un cospicuo patrimonio ma, forse proprio per questo, non sono più al sicuro nella loro casa, insidiate anche dall’avidità dei parenti più stretti. Scappano a Roma nel 1667 accompagnate dal fratello del padre, che presto rivela le sue vere intenzioni appropriandosi di una parte del patrimonio. Dopo alcuni anni approdano in quello che sembra l’unico luogo sicuro: il monastero dello Spirito Santo, nei pressi del Foro Traiano. Qui passano alcuni mesi apparentemente tranquilli, durante i quali Petronilla manifesta per la prima volta la sua passione per le lettere, leggendo il Tasso e, così dichiara il suo primo biografo, mandandolo a memoria. Presto però la quiete ritrovata viene turbata dagli ingordi desiri della nobiltà romana, impaziente di combinare un matrimonio di interesse per impossessarsi della dote di Petronilla. Tra i pretendenti alcuni più degli altri possono imporsi sulla volontà di Silvia Argoli, una donna sola con sua figlia, senza protezioni politiche e con un disperato bisogno di trovarne: sono i membri della famiglia Massimi, imparentata con il nuovo pontefice Clemente X.

1673-1690
La sposa bambina
È Francesco Massimi il futuro marito di Petronilla. Vicecastellano di Castel Sant’Angelo, militare di carriera e, quel che più conta, uomo quasi quarantenne. La differenza d’età non pregiudica un affare tanto redditizio. Il papa interviene in favore del cugino con una dispensa ob defectum aetatis che rende il matrimonio comunque legittimo. Le nozze si celebrano nella cappella del monastero, l’8 novembre 1673. Petronilla non ha ancora compiuto i dieci anni. Deve, data l’età, fermarsi ancora per un po’ nel monastero, al fianco di sua madre. Poi, nel 1675, si trasferisce al palazzo Massimi in Ara Coeli, sotto la tutela della vecchia cognata di Francesco. Infine, nel 1678, raggiunge il marito a Castel Sant’Angelo, al tempo adibito a carcere e dimora delle guardie pontificie. Gli anni vissuti a Castello sono forse i più tormentati. Proibizioni, minacce, rigore e severità proprie della mentalità marziale del marito si aggiungono alla già triste condizione di sposa bambina, costretta ad accettare le rozze pulsioni di un uomo maturo, incapace di comprendere la sua sensibilità e il suo trasporto per l’arte e le lettere, mortificati come un imperdonabile oltraggio al decoro. Tra i pochi lieti eventi di questo periodo la nascita dei figli: Angelo (1679), Domenico (1681) ed Emilio (1682). Nonostante la gelosia e i divieti del marito, che arriva a toglierle penna e calamaio, Petronilla riesce a scrivere in questi anni alcuni componimenti che le procurano una discreta notorietà. Si tratta di opere a carattere religioso o celebrativo che costituiscono le prime prove di una difficile carriera letteraria.


1690-1694
Nel monastero romano dello Spirito Santo
Silvia Argoli e la figlia Petronilla ereditano un cospicuo patrimonio ma, forse proprio per questo, non sono più al sicuro nella loro casa, insidiate anche dall’avidità dei parenti più stretti. Scappano a Roma nel 1667 accompagnate dal fratello del padre, che presto rivela le sue vere intenzioni appropriandosi di una parte del patrimonio. Dopo alcuni anni approdano in quello che sembra l’unico luogo sicuro: il monastero dello Spirito Santo, nei pressi del Foro Traiano. Qui passano alcuni mesi apparentemente tranquilli, durante i quali Petronilla manifesta per la prima volta la sua passione per le lettere, leggendo il Tasso e, così dichiara il suo primo biografo, mandandolo a memoria. Presto però la quiete ritrovata viene turbata dagli ingordi desiri della nobiltà romana, impaziente di combinare un matrimonio di interesse per impossessarsi della dote di Petronilla. Tra i pretendenti alcuni più degli altri possono imporsi sulla volontà di Silvia Argoli, una donna sola con sua figlia, senza protezioni politiche e con un disperato bisogno di trovarne: sono i membri della famiglia Massimi, imparentata con il nuovo pontefice Clemente X.

1694-1707
La poetessa di Roma
Inizia nel 1694 tra Petronilla e il marito una battaglia legale per la separazione di letto. Francesco Massimi ritiene illegittimo l’abbandono del tetto coniugale e vorrebbe sospendere il sostegno economico alla moglie. Petronilla reclama la sua dote, sperperata dal consorte senza alcun beneficio per lei. Nel 1697 c’è la prima sentenza, favorevole a Francesco, che le consente comunque di restare in monastero. Ma la causa tra i coniugi durerà ancora a lungo, almeno fino al 1701, quando Petronilla ottiene un riconoscimento seppur minimo delle sue ragioni.
Questi anni di conflitto, che rafforzano in lei la coscienza della propria identità, coincidono sul piano letterario con l’elaborazione di una poetica e di uno stile più chiari e maturi, in cui i tratti più originali sono rappresentati da elementi autobiografici utilizzati in chiave di denuncia di un sistema sociale basato sul potere dell’uomo e sulla presunta inferiorità femminile.tomba che si trova nella chiesa di sant Egidio di Roma Il suo talento viene riconosciuto dagli intellettuali dell’epoca con cui stabilisce importanti relazioni. Fa il suo ingresso in numerose accademie letterarie: gli Infecondi di Roma, gli Insensati di Perugia e soprattutto l’Arcadia, la più illustre e potente accademia dell’epoca, che le permette di essere apprezzata oltre che a Roma in altri importanti centri culturali della penisola. Nel 1707 Petronilla lascia il monastero e si trasferisce a palazzo Massimi all’Ara Coeli rientrando in possesso del suo patrimonio e della sua libertà. Francesco era morto infatti quello stesso anno a Ferrara, dove era stato inviato con i due figli a guidare le truppe in difesa dei confini dello stato pontificio. In punto di morte aveva scritto alla moglie chiedendole perdono per tutte le sofferenze che le aveva procurato. Petronilla, compassionevole, glielo accordò, in una lettera di risposta che però il marito non poté mai leggere.

1707-1726
La pace degli ultimi anni
Morto il marito Petronilla torna a vivere con i figli, insieme alla vecchia madre. Abituata forse alla calma dei chiostri, continua anche a palazzo uno stile di vita sobrio, dedito allo studio, alla scrittura, alla preghiera. Può finalmente ricomporre il rapporto con i figli, che non aveva potuto incontrare per più di dieci anni, e può frequentare con più assiduità i salotti letterari della capitale, aprendo anche la sua casa agli incontri dei poeti arcadi. Del 1709 è un viaggio nella Marsica, a ritrovare i luoghi d’infanzia. Nel 1715 la morte della madre, unico affetto costante della sua vita, la getta in uno sconforto che l’accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni. Muore per una “infiammazione di petto” il 3 marzo del 1726. Viene sepolta nella Chiesa di S. Egidio in Trastevere, dove ancora oggi è conservato il monumento funebre che la ritrae in una delle rare immagini a noi pervenute.



La mostra

Mostra storico-documentaria "NATA PER GLORIA DE’ MARSI" sulla poetessa Petronilla Paolini Massimi, in Arcadia Fidalma Partenide (1663-1726), progettata da Mauro Martelli e Luca Ricciardi
Marsiaverde ha realizzato nel 2005 insieme al Comune di Tagliacozzo una mostra sulla poetessa Petronilla Paolini Massimi. Ricordiamo che il percorso culturale avviato nel 2002 dalla nostra équipe (Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi e Rosa Tignanelli) comprendeva oltre la pubblicazione dell’ opera omnia, con una collana in 4 volumi, altre iniziative quali appunto una mostra. Allo scopo di diffondere la conoscenza della poetessa Martelli e Ricciardi, che hanno scritto la biografia pubblicata nel I° volume, hanno curato la progettazione tematica e grafica della mostra documentaria su pannelli da esporre al pubblico. Le carte reperite e riprodotte provengono da un Archivio privato e da quello di Stato di Roma e dalle biblioteche Angelica e Nazionale di Roma.


I pannelli sono stati realizzati in forex, un materiale leggero e durevole, e stampati a getto di inchiostro a colori.
La mostra è costituita da 18 pannelli complessivamente che possono essere montati direttamente su una parete con uno speciale adesivo, o su supporti di legno o tubolari.
Il primo pannello, di apertura, è di misura doppia rispetto agli altri (100x140) e presenta una sintesi generale della vita della poetessa.
Gli altri sono divisi in due categorie: la prima, tematica, di misura 70x100, la seconda riservata alla presentazione dei documenti di misura 50x70. I documenti accompagnano a lato i panneli tematici.
I pannelli tematici sono pertanto i seguenti:
I pannelli documentali che affiancano quelli tematici sono tutti di misura 50x70 e sono i seguenti:
Il pannello di presentazione di misura 35x100 è uno e comprende: titolo–curatori-promotori e collaborazioni.
Coloro che fossero interessati a esporre la mostra in locali propri provvedendo anche ai supporti, possono contattare la nostra Associazione o il Comune di Tagliacozzo.


Le opere


PETRONILLA PAOLINI MASSIMI
La Vita e le Opere

La pubblicazione della collana PETRONILLA PAOLINI MASSIMI La Vita e le Opere, in 4 volumi, avviata a dicembre 2004 e conclusa a dicembre 2006, segna una tappa importante nel percorso di riscoperta della poetessa arcade, che, come disse il suo primo biografo Pietro Corsignani, è “nata per gloria de’ Marsi”.
Da gran tempo si attendeva, infatti, una biografia di Petronilla Paolini Massimi, aggiornata con documenti reperibili in archivi privati (di cui aveva già dato notizia Benedetto Croce nelle note al saggio monografico del 1948) e la raccolta di tutti i testi sparsi, o meglio dispersi, in varie raccolte antologiche del Sette e Ottocento.
Nell’avvio del suo saggio così scriveva Benedetto Croce: “Il Filicaia l’aveva denominata la poetessa romana, e così si ripeteva generalmente; ma era veramente abruzzese, anzi mia compaesana, della Marsica, della famiglia Paolini di Magliano, feudataria di Ortona e di Carrito, ed era nata nel 1663 a Tagliacozzo, capoluogo di un feudo dei Colonna, alla cui corte apparteneva suo padre”.
Come ricorda Vittoriano Esposito nel saggio dedicato al caso umano e letterario di Petronilla “Lo studio crociano si chiude con un accenno alla biografia del Corsignani e alle carte inedite, custodite dal figlio marchese Emilio Massimi, che lo storico marsicano (…) sperava di poter vedere un giorno pubblicate. Di qui il rammarico del Croce, espresso in una fitta nota a piè di pagina (…) che riportiamo solo nell’incipit, che dice “Un’ulteriore indagine sulla nostra scrittrice sarebbe da condurre (e volevo farla io, ma me n’è mancato l’agio) con lo studio delle sue carte letterarie, che erano nell’archivio dei Massimi, ...
Per fortuna, quelle carte non sono andate perdute e sono state studiate, e in parte trascritte, nell’ambito del progetto editoriale realizzato grazie alla ricerca bio-bibliografica e d’archivio condotta dall’équipe di studio costituita dall’Associazione Culturale Marsiaverde.
È dall’estate del 2002, infatti, che l’Associazione, ha iniziato a lavorare a un interessante progetto dedicato alla poetessa marsicana, che prevedeva varie iniziative: pubblicazione dell’opera omnia, mostra biografica e documentaria, seminari di studi, piéce teatrale, manifestazione-premio annuale e percorso culturale in collaborazione con le scuole.
L’opera omnia Petronilla Paolini Massimi – La Vita e le Opere, in 4 volumi, curata da Antonella Gamberoni, Mauro Martelli, Luca Ricciardi, Rosa Tignanelli, e pubblicata in collaborazione con il Centro Studi Marsicani “Ugo Maria Palanza”, è edita dalle Grafiche Di Censo di Avezzano. Hanno collaborato al piano dell’opera Michela Volante, con alcuni saggi e le introduzioni alle rime edite, e Vittoriano Esposito, noto critico e storico letterario, presidente del Centro Studi Marsicani, che ha curato le presentazioni a tutti i volumi e un interessante bilancio critico.
I volumi sono stati pubblicati grazie anche ai contributi concessi dal 2004 al 2006 dalla Regione Abruzzo, Assessorato alla Cultura, Servizio Politiche Culturali Editoriali e dello Spettacolo, L.R.56/93 tit.IV.
La pubblicazione è stata patrocinata dal Comune di Magliano dei Marsi, dalla Comunità Montana Marsica 1, che hanno acquistato dei volumi, e dal Comune di Tagliacozzo, che ha dato un contributo specifico per la mostra storico-documentaria dedicata alla poetessa, progettata da Martelli e Ricciardi e presentata nel mese di agosto ‘05, in occasione della prima visione della pièce teatrale “Notturno d’Arcadia”, che Lorenzo Tozzi, direttore artistico del Festival di Mezza Estate, ha scritto ispirandosi anche alla biografia di Martelli e Ricciardi e ha presentato nel chiostro di S.Francesco il 16 agosto ‘05.


Documentazione dai quattro volumi pubblicati
Petronila Paolini Massimi – La vita e le opere
Da un’idea di Antonella Gamberoni e Rosa Tignanelli
Progetto di ricerca: Mauro Martelli e Luca Ricciardi
Ricerca bibliografica e d’archivio: Antonella Gamberoni, Mauro Martelli e Luca Ricciardi
Coordinamento: Rosa Tignanelli

Dal volume primo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al I volume , La vita:
“Si attendeva da gran tempo una biografia di Petronilla Paolini Massimi, aggiornata – per così dire – con documenti reperibili in archivi privati, di cui dette notizia Benedetto Croce nelle note al suo saggio del 1948.
Martelli e Ricciardi sono riusciti a far nuova luce sulla immagine della poetessa, sia come donna sia come intellettuale e scrittrice, rimuovendo molte ombre che persistevano su momenti e vicende della sua vita. Fra tutte, quelle relative alla nascita, al rapporto tra i Paolini di Magliano e gli Argoli di Tagliacozzo, all’assassinio del padre, al matrimonio “combinato” nelle alte sfere del Vaticano, al “carcere” di Castel Sant’Angelo, agli abusi e soprusi del vecchio marito, al distacco doloroso dai figli, alla cristiana accettazione del destino mista ad una ribelle consapevolezza di farsi valere in vita e in morte.”

Dal saggio “Il 'caso'umano e letterario di Petronilla Paolini Massimi. Bilancio critico”, di Vittoriano Esposito, contenuto nel primo volume, La vita:
“Crediamo che non sia esagerato, a proposito di Petronilla Paolini Massimi, parlare di un “caso” umano e letterario che, dopo oltre tre secoli, attende ancora la sua giusta definizione. Negli ultimi cinquant’anni, per la verità , se n’è parlato abbastanza , addirittura con interventi di critici autorevoli, ma per troppo tempo sul suo nome c’era stato solo silenzio”.

Dal volume secondo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al II volume, Le Rime. Raccolta degli editi:
In questo volume si ripubblicano, alcune per la prima volta, tutte le "rime" già edite della Paolini Massimi, rimaste sparse - per non dire disperse - in antologie e miscellanee del Sette e Ottocento.
Dopo tre secoli di segnalazioni fuggevoli e di parziali valutazioni, qui si offre l’opportunità di conoscere a fondo la figura di Petronilla Paolini Massimi e, finalmente, si dà la possibilità di riparare ad una imperdonabile ingiustizia, riconoscendole il posto di rilievo che le spetta nella storia letteraria.
La raccolta è corredata da un saggio critico di Michela Volante e da un ricco apparato di note introduttive ai singoli testi, molto ampie, acute, puntuali per la individuazione delle ragioni occasionali non meno che per l'intelligenza del commento curato dalla Volante e dalla Gamberoni.
Il lettore ne potrà ricavare spunti interessanti per approfondire le ragioni polemiche che hanno sostenuto la poetessa nel difficile passaggio dall'esperienza barocca all'esperienza arcadica, fino alla formulazione di una poetica tutta personale, dal forte impegno etico-civile-religioso, che di arcadico finì per avere ben poco o nulla.

Dal volume secondo:
Dal saggio introduttivo “Un’arcade irregolare nel tessuto delle accademie” di Michela Volante, scrittrice, contenuto nel II volume, Le rime. Raccolta degli editi:
Mai come ora quando, per la prima volta, si possono leggere riunite in unico volume tutte le rime edite di Petronilla Paolini Massimi, risulta lampante l’appartenere della poetessa e del suo fare poesia a un tessuto accademico, non solo arcadico, che si pone come la sola dimensione poetica possibile negli anni fra Sei e Settecento. Diventa dunque indifferibile e necessario ripensare il ruolo della Paolini in quel contesto, valutando l’intera sua opera – ed ella è stata uno scrittore molto prolifico – senza farsi più confondere da prospettive troppo particolari.

Dal volume terzo:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al III volume, Le Prose. Opere letterarie e scritti privati:
Con la pubblicazione di questo terzo volume si scopre una Paolini Massimi prosatrice, un aspetto della sua poliedrica e forte personalità rimasto quasi del tutto in ombra fino ad oggi; relazioni, discorsi accademici, memorie autobiografiche, lettere ai familiari e a personaggi illustri del tempo, nel loro insieme costituiscono un materiale prezioso, di per sé più che sufficiente per disegnare il profilo di una donna duramente provata dalla malasorte e tuttavia sempre aperta a delle problematiche di ampio respiro, che vanno ben oltre il “caso” personale.
I curatori delle varie sezioni, sotto la saggia guida di Rosa Tignanelli, hanno premesso agli scritti le informazioni necessarie sulle circostanze che li hanno motivati, illustrandone debitamente le peculiarità di ordine contenutistico e formale.
Si può apprendere, così, grazie alla introduzione e al commento di Antonella Gamberoni, l’importanza delle due versioni del “racconto” della morte dei fratelli Missori, sotto il pontificato di Innocenzo XI, e la profonda esigenza della Paolini “di esternare i propri sentimenti, quasi in cerca di una possibile condivisone”, finendo con l’assumere – qua e là – dei “toni lirici velati di malinconia”.
Michela Volante, giovanissima eppur grande esperta di questioni paoliniane, introduce e commenta i “discorsi accademici”: quattro in tutto, quelli finora recuperati, giustamente definiti delle “prose dotte”, a cui l’autrice ricorse “a mo’ di palestra, per esercitarsi su alcuni degli argomenti che le stavano più a cuore, quasi le chiavi di volta del suo non banale pensiero che poi avrebbe trasformato in poesia”. Sarà bene ricordare questi argomenti, basilari e innovativi: “la riflessione sul valore e la fierezza delle donne, il coraggio da opporre alla sorte avversa, la parità fra i sessi”.
Davvero interessante, poi, il recupero delle “memorie” autobiografiche, in cui la scrittrice riassume le “disgraziate vicende” della sua esistenza, già ricostruite con rigore da Mauro Martelli e Luca Ricciardi nel primo volume della collana. Da ogni pagina, da ogni brano, quasi da ogni parola balza evidente l’assurdità di un “caso” umano che ha dell’incredibile, quasi un’anticipazione delle violenze e dei sequestri oggi quasi di moda, ma con l’aggravante del coinvolgimento delle più alte istituzioni della Chiesa di Roma.
Che dire, infine, della cospicua messe di “lettere” con cui si chiude il volume?
Quelle ai familiari (37 in tutto), scritte nel “carcere religioso” del convento romano dello Spirito Santo (dove la poetessa si era volontariamente rinchiusa dopo la separazione dal marito), sono traboccanti di amarezza, ma anche di amore materno: nel complesso, contengono numerosi “spunti e considerazioni che, per la loro natura privata e intima, dicono molto, e senza i condizionamenti propri del discorso pubblico, sulla sua vita e sulla sua visone del mondo, così come andò maturando negli anni difficili della permanenza forzata in monastero”.

Dal volume quarto:
Dalla Presentazione di Vittoriano Esposito al IV volume, Le Rime. Raccolta degli inediti:
Con l’uscita del quarto volume delle Rime inedite, desunte da documenti mai prima consultati, si porta finalmente a termine la pubblicazione dell’opera omnia di Petronilla Paolini Massimi, riparando quella che sempre ci è parsa una ingiustizia delle più clamorose, di cui purtroppo la storia letteraria d’Italia, più o meno inconsapevole, è ancora custode. Oggi, più che mai, noi abbiamo ragione di credere che sia doveroso sollevare il “caso” di Petronilla Paolini Massimi, non solo e non tanto per gli aspetti tristemente umani che lo caratterizzano, ma anche e soprattutto per la complessità della sua esperienza letteraria, conosciuta solo in minima parte nel suo tempo. Definita dal Filicaia “la poetessa di Roma”, restituita alla Marsica giustamente dal Croce in un saggio del ’48, Petronilla Paolini Massimi doveva attendere ben tre secoli per avere la giusta collocazione nella storia letteraria: dotata di uno spirito indipendente, per non dire ribelle, riuscì ad affrancarsi dal modello barocco per assumere, infatti, addirittura una posizione di “arcade irregolare”. Basterebbe questa acquisizione critica, per parlare di un “caso” singolare, degno della più viva considerazione. Se poi si aggiungono le novità di “suffragetta ante litteram” (ben nota la sua strenua difesa della parità sessuale in materia di invenzione creativa), così come la sincera devozione nell’impegno etico-religioso, la dedizione al connubio tra poesia e musica nelle forme dell’oratorio, la pratica assidua della prosa nelle memorie autobiografiche e nella epistolografia, si può avere il ritratto di una donna e di una scrittrice che anticipa di molti decenni l’esperienza femminile del nostro tempo. Ovviamente, ci riferiamo non solo alle tematiche letterarie, ma anche alle problematiche esistenziali che il “caso” ci propone: le une e le altre, ci sembra, documentate con una passione e una competenza straordinarie, suffragate con un rigore degno di pubblico encomio. Gli amici dell’Associazione Culturale “Marsiaverde” possono, e devono, essere fieri dei risultati ottenuti. A noi, marsicani, pur essendo ben “stagionati” negli studi e nelle ricerche, non resta che complimentarci vivamente con loro ed esprimere la nostra più commossa gratitudine.